Viaggiare da minimalista

Sono passati già parecchi anni da quando ho deciso di dare un approccio più minimalista alla mia vita e mai decisione fu più saggia (dopo quella di smettere di fumare, ovviamente).
Anni fa vivevo a Dubai e conducevo una vita che mi lasciava parecchio tempo libero, tempo che io impiegavo a fare shopping di cose assolutamente inutili, che riempivano la mia casa e si accumulavano giorno dopo giorno. Non solo avevo tanti, tantissimi vestiti, borse e scarpe che raramente usavo (alcuni capi non li ho davvero mai indossati), ma ero sommersa da una marea di oggetti che non mi servivano. Marie Kondo si caverebbe gli occhi se leggesse queste righe (e tengo a precisare che io non amo particolarmente Marie Kondo e il suo approccio psicopatico). Oltre a comprare tanto a Dubai (della serie che se uscivo di casa non rientravo senza almeno un sacchetto di Forever21 con dei vestiti spazzatura dentro), compravo tantissimo all’estero, visto che viaggiavo spesso per lavoro. Se capitavo in Germania passavo le ore al DM a comprare sei tipi di bagnoschiuma diversi da associare ad altrettanti tipi di crema corpo che poi finivano sugli scaffali del mio bagno senza che ne vedessi mai il fondo. Se andavo a New York compravo vestiti e scarpe, perché «maledizione fanno sempre i saldi e che non vuoi approfittarne, costa due dollari in meno!». Quando passavo per l’Asia dovevo (sì, dovevo) acquistare tutte le cose carine e kawaii (nonché inutili) che incontravo sulla mia via, spesso andandomele pure a cercare. Compravo anche la roba da cucina, io che non cucino mai e che «nel forno ci tengo i maglioni». Una volta mi sono riportata un set di barattoli per alimenti da un viaggio di lavoro a Durban, in Sud Africa. Oppure una volta ho comprato una zuppiera (?) solo perché aveva i sakura stampati sopra. Ma what the fuck.

Insomma, casa mia era un bazar e meno male che ci vivevo da sola. Il giorno che ho lasciato Dubai avrei preferito bere il viakal, piuttosto che inscatolare tutta quella quantità di CRAP (non saprei come renderlo in italiano, crap suona così bene) che avevo davanti a me. Un annetto prima avevo deciso di smettere di comprare in modo compulsivo tutto quello che vedevo, ma nonostante ciò, dopo cinque e passa anni lì, avevo comunque una montagna di roba che non volevo più, che non mi piaceva più o che comunque non mi serviva.

Viaggiare da minimalista sara caulfield

Come dicevo prima a un certo punto ho avuto una specie di epifania e mi sono resa conto che non volevo più andare per negozi a spendere soldi in stupidaggini che non mi servivano e ho smesso di compare senza senso per abbracciare una vita più minimalista. Mi sono chiesta: «ho davvero bisogno di comprare tutta quella roba per essere felice?» Pensateci: non succede spesso anche a voi che un nuovo acquisto vi renda euforici per le prime ore e poi ve ne siate già scordati il giorno dopo? A me succedeva. Non per tutto, ma succedeva. Ora invece, comprando in modo mirato quello che mi piace e quello che mi serve, mi godo davvero l’oggetto che ho preso e non lo lascio mai in disparte dimenticandomene.

Gli oggetti che compriamo dovrebbero portare felicità, ma spesso, spessissimo, sono invece fonte di ansia. Prendete l’esempio del vostro smartphone. Spendiamo un sacco di soldi per un bellissimo iphone (nel mio caso), poi compriamo una cover per proteggerlo e uno film protetettivo per non rigare lo schermo. Ok. E poi abbiamo un oggetto che non fa altro che generare ansie e paure: «e se me lo rubassero? E se lo perdessi? E se mi dovesse cadere? E se non funzionasse più?». Questo discorso vale per tantissimi altri esempi che ci spiegano come in effetti siano gli oggetti a possedere noi e non viceversa.

Ho smesso anche di circondarmi fisicamente di oggetti, perché mi sentivo soffocare e mi veniva l’orticaria solo a guardarli. Anche quando tornavo a casa dei miei genitori e vedevo la mia vecchia cameretta piena di roba avevo voglia di buttare tutto (e infatti anche lì ho fatto un mega declutter). Tuttora vivo con le cose che mi servono e non compro quelle palesemente superflue come le cagatine inutili o le cose “just in case”, perché quel “case” alla fine non arriva mai. Ovvio, non sono una nazi del minimalismo e ieri per esempio ho comprato delle cose perché mi piacevano, ma sono oggetti che comunque userò e non lascerò marcire dentro un armadio o su una mensola. Essere minimalisti non vuol dire vivere sulla cima di una montagna come un piccolo eremita, vuol dire semplicemente eliminare il superfluo e vivere di ciò che è necessario (con sprazzi di elasticità, perché l’equilibrio nella vita è tutto). Seguire uno stile di vita minimalista deve essere una scelta assolutamente consapevole e personale e mai una forzatura.

Ora vivo molto più serena, con poche cose, ma quelle che mi servono davvero. Così, oltre a minimizzare i rifiuti e avere un approccio più green verso l’ambiente, non ho l’ingombro degli oggetti intorno a me o l’imbarazzo della scelta dei vestiti. Mi sento più libera e con la mente più fresca e in pace. Quando mi trovo in posti pieni zeppi di roba e in confusione invece, mi sento come ingolfata.

Ho volutamente fatto questo panegirico stracciapalle per alcuni forse, ma necessario, sia per sensibilizzare le persone a una vita più minimalista, che per arrivare al punto del post, ovvero: viaggiare da minimalista si può e si dovrebbe. Quando parto per un weekend con un singolo zainetto dove faccio entrare tutto quello che mi serve le persone si stupiscono di come sia possibile. Non sono Mary Poppins, porto davvero solo lo stretto necessario. Non farò l’elenco delle cose da portare o di come fare lo zaino per partire (ne ho parlato qui e il post è ancora attuale per quanto mi riguarda), ma vorrei focalizzare l’attenzione piuttosto sui motivi per cui andare minimalista in viaggio.

Viaggiare da minimalista sara caulfield

Viaggiare da minimalista significa libertà
Sarete liberi dal bagaglio pesante da trascinare a destra e sinistra, potrete cambiare programma come vi pare, girare per la città con lo zaino leggero e non avere la preoccupazione dei vostri oggetti. Tutto quello che potete portare dovrà stare dentro a quello zaino. Non serve niente di superfluo in viaggio: la vita è qui e ora e non dobbiamo avere tanto per godercela al massimo.

Viaggiare da minimalista significa dare valore al tempo
Non dover fare code per imbarcare il vostro bagaglio, né perdere tempo al baggage claim per riprenderlo a destinazione per me è una cosa assolutamente da non sottovalutare. Inoltre sarete liberi anche dall’ansia da “e se mi perdono il bagaglio?”. In hotel non avrete mille cose da disfare e riordinare e in due minuti sarete pronti per andare ad esplorare.

Viaggiare da minimalista significa viaggiare leggeri
Il mio mantra è sempre lo stesso: viaggiare leggeri. Odio avere roba pesante addosso o avere una borsa piena di cose inutili. Adottare lo stile minimalista in viaggio è l’ideale per adempiere alla comodità suprema: poche cose, ma essenziali. Soprattutto in fatto di vestiti, non dovrete nemmeno mettervi a pensare cosa abbinare o scervellarvi per creare outfit da fashion blogger. Ho scritto un articolo con dei consigli su come vestirsi in viaggio e cosa mi porto io.

Viaggiare da minimalista significa viaggiare senza preoccupazioni
Quando abbiamo tanti oggetti, sentiamo una responsabilità nei loro confronti a causa dei soldi che abbiamo speso per acquistarli. Vivere da minimalista e viaggiare da minimalista sono la stessa cosa: non temere che la nostra valigia venga persa, non temere che i nostri mille oggetti vengano rubati, non perdere mezz’ora a ordinare la valigia affinché gli oggetti che contiene non si rovinino. Se avrete oggetti ovunque, in camera, in tasca, nello zaino, nella valigia avrete sempre una sensazione di timore che vi impedirà di godervi appieno il viaggio.

Viaggiare da minimalista significa risparmiare soldi
Non lo nego, il minimalismo è anche un ottimo modo per risparmiare denaro. Chiunque abbia deciso di diventare minimalista sa bene che la cifra che si risparmia ogni anno è incredibilmente alta e nel momento in cui smetti di usare il denaro per comprare oggetti inutili, ma lo investi nelle esperienze, capisci davvero il valore di questa scelta. Idem per il minimalismo in viaggio. Si risparmia non imbarcando il bagaglio o peggio ancora, sulle eccedenze di peso. Si può viaggiare coi mezzi pubblici (il modo migliore per vivere un posto come i locali), senza dover prendere il taxi e si può soggiornare in strutture più “spartane”.

Viaggiare da minimalista sara caulfield

Avrete leggermente intuito quanto io ami questo stile di vita e spero che le mie parole possano essere di ispirazione per qualcuno che abbia intenzione di approcciarsi al vivere con meno. Il minimalismo non è una setta e alla fine ognuno detta le proprie regole. È semplicemente prendere maggiore consapevolezza di quello che ci circonda.
E ricordate che spesso less is more.


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