Non mentirò e verrò subito al dunque: Dublino non mi è piaciuta. Ci ha pensato la gita a Howth il giorno dopo a risollevare un po’ la situazione catastrofica del mio sentimento verso questa città, ma comunque non sono riuscita a cambiare la mia idea iniziale di non entusiasmo. Non ero mai stata attratta da Dublino, non mi interessano molto i paesi anglosassoni in generale, ma avevo un weekend libero e un’amica che mi aveva proposto questo viaggio. Sara Caulfield non dice certo di no a un viaggio, magari mi sarei ricreduta (spoiler: no).
Abbiamo dormito in un AirB&B nella zona di Grand Canal, un pochino fuori dal centro, ma comunque raggiungibile facilmente a piedi in pochi minuti. Camminando verso il centro ci siamo fermate in un café a caso per fare la “famosa” Irish breakfast che è uguale a quella inglese, con l’aggiunta di una roba non identificata chiamata black pudding (una salsiccia fatta con sangue, carne, grasso, avena e pane o patate). Il posto si chiama Art Café ed era veramente molto carino.
Camminando ci siamo imbattute nella chiesa di Saint Andrew, niente di che. Con mio grande disappunto le cattedrali principali della città, ovvero quella di St. Patrick e quella di Christ Church si pagano. E pure tanto.
Decisamente degno di nota è il Trinity College e soprattutto la Trinity Library, una biblioteca immensa. Si tratta di uno dei più prestigiosi e antichi complessi universitari al mondo, fondato nel 1592 dalla regina Elisabetta I d’Inghilterra e che può vantare tra i suoi illustri allievi Oscar Wilde, Bram Stoker e Samuel Beckett. All’interno dell’ateneo è d’obbligo la visita alla biblioteca, uno spettacolo per gli occhi che non ha eguali al mondo; imponenti file di colonne in legno riempite da antichissimi volumi. Il più famoso tra tutti è il Book of Kells, un manoscritto in miniatura che contiene, tra le tante cose, il testo dei quattro vangeli in latino.
Dopo abbiamo visitato il Dublin Castle, abitato per molti secoli dai vari ambasciatori di sua maestà, ora è sede di rappresentanza del governo e viene utilizzato durante le cerimonie ufficiali di stato. È possibile visitare a pagamento gli appartamenti interni, le sale, i lunghi saloni, gli enormi lampadari e la St Patrick’s Hall, la sala d’insediamento dei presidenti d’Irlanda. Da non perdere è la Throne Room, dove è custodito il trono di Guglielmo d’Orange III, re d’Inghilterra e d’Irlanda dal 1689 al 1702. Sicuramente una visita interessante, ma breve.
Passeggiando ci siamo imbattute nella statua di Molly Malone, una statua per ricordare una mitica donna sulla cui identità non si avevano certezze. La leggenda originaria del XVII secolo racconta di una donna che alternava il suo mestiere di pescivendola con quello di prostituta e che morì a causa del tifo o forse di malattie veneree.
Abbiamo pranzato al Pog Café, un posto super cute vicino al centro.
Molto carina la visita alla Marsh’s Library, una delle biblioteche più antiche d’Irlanda alle spalle della cattedrale di St. Patrick. Rispetto alla Trinity Library qui è tutto più intimo e avvolgente, la biblioteca è tenuta in maniera impeccabile. In quei giorni c’era una piccola mostra temporanea dedicata a Bram Stoker e Dracula, c’era addirittura la prima edizione del famoso libro sul vampiro.
Visto che la pioggerellina fina andava e veniva dal mattino, ci siamo rifugiate in un altro café super super carino, il Love is Art Atelier per prendere un tè e una fetta di torta.
Per cena siamo passate nella via dove c’è il famoso Temple Bar, che abbiamo accuratamente evitato (come la fabbrica della Guinness e tutte quelle turistate horror), dato che volevamo andare a cena in un pub, ma poi abbiamo cambiato idea e siamo finite al Brazen Head, il pub più antico d’Irlanda, datato 1198. Il mio scopo era assaggiare lo spezzatino cotto nella birra Guinness con le patate. E ce l’ho fatta, era ottimo. Meno ottima la situazione pub del sabato sera, c’era una ressa pazzesca e i tavoli pochi rispetto al fiume di persone che era lì. Quei pochi posti a sedere che c’erano erano occupati e tutti erano posizionati stile avvoltoio sulle persone sedute. Dopo non so quanto (ma nemmeno troppo), siamo riuscite ad accaparrarci un tavolo per cenare. Anche qui, tutto abbastanza horror, tranne il cibo. Non amo i pub, né la cultura dei pub, ma mi piace un sacco il cibo che fanno nei pub ahah.
Un altro café super cute dove ho fatto sosta il giorno dopo è Nutbutter, sempre in zona Grand Canal.
Per tirare sù il mood “non mi piace Dublino”, sono stata a fare una gita fuori porta a Howth. Questa cittadina situata nella baia di Dublino era in origine un villaggio di pescatori super adorabile e, a mio avviso, assolutamente da visitare. Si arriva comodamente con un treno da Dublino in una mezz’ora circa. C’è un mercato appena fuori dalla stazione che però mi ha lasciata un po’ delusa, perché me lo aspettavo più grande e carino.
Da lì abbiamo iniziato la nostra camminata di circa dieci chilometri verso il faro. È un percorso che passa tra i paesini e poi sulla scogliera, quindi scegliete una bella giornata, perché con la pioggia e il fango potrebbe diventare difficile. Arrivati al faro c’è l’ennesima delusione, perché non ci si può avvicinare, ma almeno il panorama è bellissimo, tra il mare e le scogliere.
Al ritorno ci siamo fermate a vedere le rovine della chiesa di St. Nessans, bellissima col suo piccolo cimitero.
Per pranzo un bel fish&chips da Deep, un ristorante al porto. Tutto ottimo!
Dopo pranzo, prima di riprendere il treno per Dublino abbiamo incontrato le foche che nuotano nelle acque del porto, super cute 🙂
In sostanza Dublino non mi è piaciuta, avevo questo feeling da anni e infatti non c’era ancora andata, perché lo sapevo come sarebbe andata a finire eheh MA Howth ha risollevato la situazione un pochino.
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