Decidere di trasferirsi all’estero è sicuramente una cosa eccitante, ma fa anche paura. Dopo aver parlato dei motivi belli e carini per cui vale la pena vivere all’estero, prendiamo anche in considerazione le paure più comuni, le ansie, i dubbi che comporta un cambiamento di vita così radicale. Non voglio però incentrare l’articolo sulle paure in senso negativo, ma voglio farvi realizzare che queste sono paure comuni alla maggior parte delle persone che decidono di espatriare e che sono facilmente superabili.
Fallimento
Soldi
Lingua
Tantissime persone imparano le lingue a scuola, ai corsi, sui libri e poi quando devono parlare non lo sanno fare. O meglio, hanno paura o si vergognano, testuali parole. Io rimango sempre un po’ basita quando sento persone che dicono queste cose. Paura di che? Vergogna di che? Ho già scritto qualcosa su come imparare facilmente una lingua straniera, quindi non mi soffermerò su quello, quanto sul fatto che non c’è da aver paura nel parlare, bene o male, una lingua straniera. Se non vi smuovete a parlarla, facendo tutti gli errori possibili, non la imparerete mai. Potrete aver visto tutti i film del mondo in lingua originale, ma se non riuscite a comunicare con le persone vere allora a che serve? Per poter diventare bravi nel parlato dovete, appunto, parlare. Mi raccomando, prendete in affitto una stanza in una casa con persone di nazionalità diversa dalla vostra. Se vivrete con un altro italiano, per esempio, finirete per parlare in italiano tutto il tempo e non migliorerete mai nella lingua del paese dove vivete. Io per esempio a Tokyo vivevo da sola, ma con gli altri ragazzi della scuola giapponese che frequentavo parlavo sempre in giapponese, nonostante magari sarebbe stato più facile parlare in inglese. Dovete fare un sforzo extra, ma vedrete che padroneggerete la lingua in poche settimane!
Solitudine e mancanza di casa
Questo è l’unico punto di tutta la lista che spaventa anche me. Non sono una donna dal cuore di pietra (a volte), anche io soffro la lontananza da casa e dalla mia famiglia e ogni volta che li saluto per andarmene è uno strazio. È orribile perdersi le feste, i matrimoni, le nascite e le ricorrenze di amici e familiari, non ve lo nego. Più lontano vi trasferite e meno occasioni avrete di andare a casa per il compleanno di vostra sorella, per pasqua, per un weekend al mare con gli amici. Queste cose vanno messe in conto. Quando io mi trasferii a Tokyo nel 2005 per chiamare casa c’erano solo le schede telefoniche prepagate della Telecom, che non potevi certo usare tutti i giorni e che a volte nemmeno funzionavano e che per quando avevi finito di digitare tutti i mille mila codici prima del numero di casa tua, si era fatta notte. Un incubo. Poi finalmente prendevi la linea e la comunicazione faceva schifo. Oppure finiva il credito mentre eri nel mezzo di una conversazione e ciao, dovevi attaccare senza aver potuto dire ciao con la tristezza nel cuore. Oggi invece ci sono una marea di modi per potersi vedere attraverso uno schermo e sentire ogni volta che ci pare e direi che è grandioso. I voli aerei costano meno e ci sono sempre un sacco di offerte, quindi si può viaggiare verso casa più spesso. Vivere all’estero è un scelta dolceamara. Fatevi tanti amici e trovatevi un partner, saranno loro la vostra famiglia.
Nuove abitudini
Andare a vivere all’estero e conoscere nuovi luoghi e stili di vita vi porterà ad acquisire nuove abitudini, a cambiare le vostre convinzioni e a scoprire nuove passioni e obiettivi. Questo è certamente positivo dal punto di vista della formazione personale ma, allo stesso tempo, è una sorta di sradicamento dal passato quando non si è ancora costruito un proprio background nella nuova destinazione. Questo spaventa e porta spesso ad uno shock culturale inverso quando si torna nel proprio paese di origine. Io, shock culturale inverso a parte, lo trovo invece stimolante ed eccitante, perché non c’è nulla di male nel cambiare le proprie abitanti e, detto fra noi, se vi state trasferendo altrove, prima o poi, accadrà.
La prima volta che ho vissuto all’estero da sola era il 2005 ed era tutto difficile e scomodo. Ora invece, come dicevo prima, il modo di vivere è diventato più semplice, pensate anche solo a internet e agli smartphone. Quindi non accantonate del tutto le vostre paure e buttatevi. Le paure fanno bene.
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E’ sempre un piacere leggere i tuoi post, per me che sono figlia di due culture.
A proposito di abitudini nuove, dopo 42 anni all’estero, ovvero in Italia, mia madre non si ritrova più nelle abitudini del suo paese d’origine! Dice che anche che per lei sarebbe davvero molto difficile ritornarci a vivere. E’ curioso.
Assolutamente e la penso come lei anche io. Ormai certe abitudini di casa mia (Italia) non le sento più mie e quando torno è quasi uno shock!
Io dopo dodici anni all’estero vivo in uno shock continuo: quando torno in Italia perché do per scontate delle cose che non esistono, non esistono più o esistono solo nel Paese dove abito, e quando torno a “casa” (al momento l’Australia), mi ci vogliono alcuni giorni per ricordarmi come funziona.
Tra tutte le paure che un trasferimento comporta, quella della mancanza di casa e della propria famiglia è la più difficile per me da sopportare e superare. Dopo tutti questi anni non ho ancora trovato una soluzione. Quando la trovi, fa’ un fischio per favore!
Ah, beh, mica si trova la soluzione, sai? 🙁 tra tutte le cose che potrebbero mancarmi la mia famiglia (e il cibo!) sono quelle che mi mancano di più.