Introduzione alla meditazione

Questo articolo vuole essere una semplice introduzione alla meditazione. Non vi insegna a meditare. Non vi dice perché meditare. Semplicemente viste le frequenti domande su questo argomento, ho deciso di scrivere due righe al riguardo, in base a come vivo io la meditazione.

Una parte della storia è stata già descritta qui, dove ho raccontato la mia esperienza in un ashram in India, in una full immersion di yoga e meditazione.

Ci vogliono anni e anni di pratica costante delle sadhana, prima di padroneggiare la meditazione e lo yoga (che vi ricordo essere due pratiche assolutamente collegate). La meditazione non è una pratica occasionale e per riuscire a vederne i risultati è importante essere costanti e meditare ogni giorno anche solo per pochi minuti, senza mai saltare la meditazione quotidiana. La mattina è il momento ideale per concentrarsi su noi stessi e sulla meditazione e il modo ideale per iniziare la giornata eliminando la negatività e le tossine dal nostro corpo.

Ma che cos’è la meditazione, che cosa significa meditare? Posto che ci sono diversi modi di meditare e diversi tipi di meditazione, meditare significa trovarsi in uno stato di chiara consapevolezza dell’essere nel momento e la consapevolezza che non siamo il nostro corpo, ma nemmeno la nostra mente. Per poter essere in grado di fare ciò dobbiamo focalizzare tutta la nostra attenzione sull’attimo presente, senza distrazioni. Il fulcro della meditazione è il qui e ora, senza pensieri e preoccupazioni, l’avvertire tutte le sensazioni che attraversano il nostro corpo nel presente.  È una pratica volta all’auto-realizzazione.

Resto allibita quando sento persone dire “per meditare bisogna svuotare la mente e non pensare a niente”. Come si fa? È umanamente impossibile. Meditare non è non pensare a niente. È, al contrario, concentrarsi sul momento presente, sulla respirazione, sull’attimo. Quando si medita solitamente ci si focalizza su un qualcosa, come il proprio respiro, o su una parola ripetuta continuamente (un mantra), relegando quindi tutti gli altri pensieri e sensazioni in un angolo della mente. In altre parole, ci si concentra su un qualcosa e ci si limita a guardare con distacco tutto il resto.

Non è una pratica religiosa, la meditazione nasce molto prima della religione, non vi è alcun legame coi riti sacri e nonostante spesso possa venir associata alla preghiera, non è niente di tutto ciò. È una pratica spirituale, ma nel senso di spirito e anima, per nulla collegata alla spiritualità intesa come religione. Il Buddha non è a capo del Buddhismo e il Buddhismo non è una religione. Il Buddha è un semplice uomo come tutti che, dopo anni e anni di pratica costante seguendo una via meditativa, è riuscito a raggiungere il Nirvana e quindi lo stato di illuminazione. Tutti potenzialmente, con la pratica necessaria, possono diventare Buddha raggiungendo il Nirvana, ma pochissimi effettivamente ci riescono.

Ma se da un lato troviamo Buddha, dall’altro c’è Shiva, il primo yogi, colui che ha insegnato che si può raggiungere il moksha, ovvero la liberazione e la salvezza dal ciclo delle rinascite (samsara) e il conseguimento di una condizione spirituale superiore attraverso le 112 pratiche di meditazione. La via del Buddha è semplicemente uno dei 112 aspetti della meditazione insegnata da Shiva, in quanto Buddha ha esportato solo una delle 112 vie per l’illuminazione di Shiva.
Le 112 vie di Shiva sono spiegate qui. Anche Shiva non ha nulla a che vedere con la religione, ma successivamente, quando l’induismo è stato convertito in religione ne è stato anche lui vittima e messo nell’olimpo delle divinità sacre.
La foto di copertina per questo articolo è stata scattata in India e mi ritrae accanto a una delle più famose raffigurazioni di Shiva sotto forma di linga, accanto al mantra a lui dedicato Om Namah Shivaya, uno dei mantra più completi e potenti che esistano.

Tutte le pratiche meditative più serie devono essere seguite da un guru o da uno yogi; io sconsiglio sempre di addentrarsi nel mondo della meditazione seria attraverso dei video su YouTube. Quelli vanno bene per una meditazione di “base” e semplice. Se avete la possibilità di poter frequentare un ashram o un centro di meditazione certificato allora tanto meglio.

Per chi volesse approcciarsi alla meditazione senza troppe pretese vi spiego due regole base da seguire:

La posizione più facile e comune per meditare è stando seduti. Siediti sul pavimento con la schiena dritta e rilassati. Le gambe incrociate su un cuscino col bacino leggermente in avanti. Immagina ora di avere un filo attaccato alla testa che ti tira la colonna vertebrale verso l’alto, aiutandoti a mantenere una posizione rilassata, ma con la schiena ben dritta.

Chiudi gli occhi e porta l’attenzione sulle diverse parti del tuo corpo, dal basso verso l’alto e rilassale completamente: inizia dai piedi, poi passa ai polpacci, alle cosce, al busto e così via, fino a che tutto il tuo corpo non sarà completamente rilassato. Non dimenticarti di rilassare anche le spalle, il collo, il viso e tutte aree in cui è facile accumulare tensione.

Ora che sei seduto dritto e rilassato, prenditi un momento per essere immobile. Sii consapevole dello spazio che ti circonda, del tuo corpo e dei rumori attorno a te. Non reagire per cercare di cambiare qualcosa, rimani semplicemente consapevole di quello che sta succedendo.

Porta l’attenzione sul respiro. Respira silenziosamente e profondamente. Usa il diaframma e senti i polmoni espandersi, ma non sforzarti di respirare in questo modo. Nota come con il respiro si senta passare l’aria nel naso, nella gola, nel petto e nella pancia mentre scorre dentro e fuori. La respirazione è uno degli elementi base della meditazione, tanto che una delle pratiche che svolgo io nella mia meditazione giornaliera implica degli esercizi di respirazione a narici alternate che si chiama Pranayama, ma vi sconsiglio di provarla senza essere guidati.

Usa un mantra (una parola o una frase) che viene ripetuta durante la meditazione. I mantra possono avere specifici benefici spirituali e trasformativi, oppure possono fornire semplicemente un appiglio su cui concentrare la mente durante la meditazione. Puoi ripeterli a voce alta o mentalmente a te stesso. Un mantra semplice da usare quando inizi a menditare è ripetere silenziosamente “inspiro, espiro”, sincronizzato con il respiro.

Quanto ti concentri sul respiro o sul mantra, la mente si rilasserà e si concentrerà sull’adesso. Quando ti accorgi che un pensiero ti affiora alla mente, semplicemente osservalo, mettilo da parte e torna a concentrarti sul respiro o sul mantra. Non combattere mai i tuoi pensieri.

Non c’è un tempo stabilito per la meditazione, in ogni caso se hai appena cominciato a meditare, è consigliabile fare sessioni brevi. Non appena ti senti a tuo agio con la pratica, medita di più. Non amo particolarmente usare una sveglia, ma se preferisci meditare per un periodo di tempo prestabilito può essere un’idea. Scegli però una suoneria soave per l’allarme.

Quando sei pronto a smettere di meditare, porta lentamente l’attenzione di nuovo all’ambiente esterno. Senti la presenza del corpo nello spazio che ti circonda. Muovi gentilmente le dita delle mani e dei piedi, poi stendi lentamente le braccia e le gambe. Apri gli occhi. Muoviti lentamente e prenditi il tempo che ti serve per alzarti. Dopo la meditazione sarà normale avere dei ritmi più calmi e rilassati, quindi non fare le cose di fretta o usare un tono di voce troppo alto. Io evito di usare il cellulare per un po’ dopo la meditazione.

La meditazione ha effetti benefici e di guarigione reali e scientificamente provati. Meditare è una medicina naturale per il fisico e per la mente. Ovviamente la meditazione non è un antidoto contro problemi gravi di salute, curabili soltanto attraverso la medicina tradizionale. Rappresenta invece un enorme sostegno e un potente mezzo di guarigione per condizioni psicosomatiche causate dalle nostre emozioni. Chi medita cura il respiro, che diventa ogni giorno sempre più consapevole, apportando un sonno migliore. Mentre si medita il corpo produce sostanze e ormoni che fanno bene all’umore, le difese immunitarie si rinforzano e ci si sente in uno stato di benessere. Meditare riduce il dolore fisico, migliora la memoria e la concentrazione, sviluppa la consapevolezza e allevia chiaramente lo stress e l’ansia.

Insomma meditare fa solo che bene, provate.

4 thoughts on “Introduzione alla meditazione

  1. che bello questo articolo Sara! grazie mille!
    Ho frequentato un centro Yoga anni fa visto che ci abitavo praticamente accanto, e l’ho adorato. Purtroppo la posizione a gambe incrociate la trovo scomodissima (non sono molto elastica) ma alla fine avevo trovato un modo giusto di gestire la cosa con cucini o altri supporti.
    Mi hai fatto decisamente venire nostalgia e voglia di riprovare!
    grazie ancora e a presto!
    Clelia

    1. Ciao Clelia, sono contenta ti sia piciuto l’articolo e soprattutto che ti abbia fatto tornare voglia di fare yoga 🙂 un abbraccio!

    2. Clelia, puoi provare eventualmente anche la posizione “alla giapponese” se vai meglio: siedi su un cuscino (zafu) un po’ alto (17/20 cm) come inginocchiata (sempre su un tappetino, o ti farai male. Io ho risolto così.
      Sara, grazie per questo articolo, sono una psicologa, da qualche anno mi sono avvicinata alla meditazione e sto cercando di portarla nella pratica clinica. Post come questo nella loro semplicità possono aiutare molto a vedere la meditazione come una pratica accessibile.

      p.s. il mio gatto Ninetti saluta Ninix, è un suo grande fan ^^

      1. Ma grazie mille Veronica, sono felice che questo articolo possa essere utile. Ninix ricambia il salutio ahah 😀

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